INTERVISTE

“Time-out con il Coach” – Francesco Papi

Secondo appuntamento con la nostra rubrica dedicata al pensiero e alle parole dei responsabili tecnici dei settori giovanili più importanti d’Italia. Oggi ringraziamo Francesco Papi, Head-Caoch della Orange1 Basket Bassano che ha risposto così alle nostre domande:


– Qual è la sua visione sulla pallacanestro giovanile italiana in questo momento? C’è qualcosa in particolare che cambierebbe?

Credo che il movimento giovanile nel nostro paese sia in forte sofferenza non solo per gli ultimi due anni di covid. Ci sono sempre meno investimenti nella formazione giovanile – partendo dalla formazione dei giovani coach – e per questo motivo ogni anno vediamo il livello tecnico medio abbassarsi. Nonostante tutto ci sono moltissime realtà che hanno voglia e passione di lavorare con i giovani, ma purtroppo gli intoppi sono di ordine economico e di strutture (campi, palestre orari…). Personalmente mi piacerebbe che la qualità della formazione tecnico/fisica/mentale dei ragazzi – e dei coach – aumentasse nei prossimi anni ma per farlo servono risorse che in questo momento scarseggiano nel nostro paese.

– Per quanto riguarda le nazionali giovanili, cosa ne pensa? C’è qualcosa che farebbe in modo diverso?

Credo che la Nazionale sia un orgoglio sia per i giocatori che per gli allenatori. E’ sempre bello vedere i ragazzi vestire la maglia azzurra e competere contro le altre nazionali. Sicuramente c’è sempre da migliorare su ogni aspetto e questa è la mentalità che vedo nello Staff Azzurro, ma allo stesso tempo vedo delle ottime costanti dal punto di vista dell’insegnamento e della valorizzazione dei giovani.

– Un argomento molto discusso è il Minibasket, cosa ne pensa di quello che viene fatto e della metodologia attuale? 

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio perché ci sono Club che lavorano in maniera eccellente sul MiniBk, ma quello che ho potuto capire confrontandomi con molti colleghi è che il livello medio riguardante le capacità motorie si sta molto abbassando e questo è un dato preoccupante perché credo fermamente che un ottimo giocatore debba avere delle capacità cognitive e di coordinazione di alto livello. La metodologia è la cosa più importante nel nostro lavoro e in generale in tutti quei lavori che prevedono un insegnamento ed è per questo che da molto tempo sostengo che i giovani allenatori dovrebbero formarsi meglio e tenersi aggiornati, studiando non solo il minimo indispensabile ma anche argomenti correlati all’insegnamento, tutte cose che saranno utili anche negli anni successivi.

– Quali sono le caratteristiche principali e la filosofia del suo club? 

La nostra filosofia è che la formazione (tecnica/fisica/scolastica e mentale) dei giovani atleti viene prima di tutto. Tutta la nostra organizzazione ruota attorno al miglioramento dei ragazzi, ogni cosa che facciamo ha come obiettivo il fatto di migliorare ogni giorno. Non vogliamo fermarci alle cose che già sappiamo fare ma piuttosto lavoriamo per mantenere una mentalità del progresso. Diciamo sempre che vogliamo fare progressi e non essere perfetti perché crediamo che una mentalità volta alla ricerca costante del progresso è – e sarà sempre – una mentalità vincente.

– In serie A e A2 non sono molti i giovani che trovano spazio, perché? Non c’è fiducia o non sono preparati?

Questo è un argomento complesso che meriterebbe una giornata dedicata perché il fatto che i giovani giochino poco (mediamente) è solo la punta dell’iceberg. Quando parliamo di Serie A e A2 sicuramente parliamo di allenatori e giocatori professionisti (almeno nella maggior parte dei casi) e questo comporta il fatto che ogni membro della squadra prova a tutelare il proprio posto di lavoro. Il grande problema che vedo è nella mentalità che abbiamo in Italia e la poca cultura sportiva che abbiamo soprattutto nella scelta, costruzione, sviluppo e valorizzazione degli staff tecnici. In questo momento pochissimi allenatori “rischiano” il proprio lavoro valorizzando i giovani perché su di loro c’è l’ombra dell’esonero dopo 3 partite perse. Come ho detto questo è un argomento molto spinoso e meriterebbe più tempo e approfondimenti, nonostante tutto ci sono Club e Coach coraggiosi e orientati verso il futuro che investono valorizzando moltissimo i giovani e ne è una prova la Vanoli Cremona e Coach Galbiati.

– C’è un qualche pensiero o idea che avrebbe voglia di condividere?

Vorrei fare un augurio di pronta ripresa a tutti i Club e a tutti gli addetti ai lavori. Spero che questi due anni di attività ridotta ci siano da stimolo per migliorarci e perfezionare le cose che per adesso funzionano poco nel nostro settore. Dobbiamo lottare con tutte le forze per mantenere una mentalità di miglioramento e non di mediocrità. E’ un lavoro duro e dispendioso, ma abbiamo risorse umane sia nei ragazzi che negli allenatori e per questo sono molto fiducioso per il futuro.


Grazie ancora a Coach Papi al quale ItalHoop augura un buon proseguimento di stagione.

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