NCAA

Ryan Arcidiacono: Senior Year Recap

Puntata speciale dedicata a Ryan Arcidiacono, italoamericano di Villanova fresco campione NCAA e già visto con la maglia della Nazionale Sperimentale.

Come già sapete, l’obiettivo di ITALHOOP è quello di parlare di basket giovanile italiano e dei ragazzi che lo animano. Abbiamo deciso, però, di concederci una piccola eccezione per potervi raccontare di un giocatore che non è un prodotto della nostra pallacanestro ma che potrebbe, in futuro, entrare a far parte a pieno titolo della famiglia azzurra. Parliamo di Ryan Arcidiacono – classe ’94 nativo di Langhorne, Pennsylvania – un giovane cestista americano che è entrato nel giro dell’Italbasket partecipando per due estati consecutive ai raduni della Nazionale Sperimentale di Luca Dalmonte. Per quattro anni è stato playmaker titolare e capitano di Villanova, squadra della Big East che oggi balza agli onori delle cronache sportive per aver vinto nottetempo il Titolo NCAA in una delle finali più belle di sempre. Ripercorriamo qui l’ultimo, strepitoso anno di college del paisà, premiato come Most Outstanding Player della Final Four.

LA SQUADRA • Reduci dalla cocente delusione al Torneo NCAA del 2015 – si presentarono alla Big Dance col seed #1 e da freschi campioni di conference ma furono eliminati da NC State al secondo turno – i Wildcats, pur perdendo qualche pezzo pregiato (Hilliard e Pinkston tra i pro, Ennis in Oregon), hanno dimostrato di essere una squadra più forte e matura rispetto a quella dell’anno prima. Giovando di un sistema collaudato, Villanova ha condotto un’ottima stagione regolare che l’ha resa una presenza abituale fra le prime posizioni del AP Poll e che, soprattutto, le è valso il primato in Big East (record 16-2). La squadra non è però riuscita a bissare il successo in conference dell’anno prima, perdendo a sorpresa la finale con Seton Hall (69-67) in una partita all’ultimo respiro. Presentatisi al Torneo NCAA col seed #2, i ragazzi di coach Jay Wright non hanno avuto la benché minima difficoltà nel regolare prima UNC Asheville (86-56) e poi Iowa (87-68). Alle Sweet Sixteen hanno giocato una delle migliori partite della propria annata e schiacciato Miami (92-69). Nella finale della South Region hanno superato i favoritissimi Jayhawks (64-59) in una partita emozionante e dominata dalle difese. A Houston, Villanova ha scritto pagine di Storia della pallacanestro battendo Oklahoma (95-51) con un incredibile +44 – ossia il più ampio scarto mai registrato in una Final Four NCAA – e trionfando in finale contro North Carolina (77-74) grazie ad una tripla allo scadere di Kris Jenkins: è la prima volta dal 1983 (Lorenzo Charles in NC State – Houston) che la finale del Torneo viene decisa da un buzzer beater.

Ryan Arcidiacono stats
Le statistiche di Ryan Arcidiacono (stats.washingtonpost.com)

LA SUA STAGIONE • Il capitano dei Wildcats ha disputato una grande annata, certamente la migliore della sua carriera universitaria. Pur non essendo un realizzatore, è stato abbastanza costante per punti segnati a partita (29 incontri su 40 in doppia cifra) e, per la seconda stagione consecutiva, ha mantenuto bassa la forbice fra il numero di tiri tentati dentro il perimetro e quelli presi fuori da esso, oltretutto segnando da due con le percentuali più alte della propria carriera, ossia col 50% (su 4.5 tentativi a partita) contro il 42.7% dei primi tre anni di college (3.1 tiri presi di media). Anche i passaggi decisivi sono aumentati (4.2 contro i 3.5 delle stagioni precedenti) così come il suo assist/turnover ratio (un ottimo 2.77).

I numeri possono dire tanto – e in tal senso è interessante leggere le sue statistiche avanzate, quasi tutte al rialzo quest’anno – ma non possono dire tutto, specialmente quando si parla di qualcuno così famoso e rispettato per i suoi intangibles: più che mai leader della squadra, Arcidiacono è stato cuore e anima di una Villanova combattiva e votata al successo. Il suo contributo nel Torneo NCAA è stato a dir poco eccezionale. Offensivamente prolifico (15.8 punti di media) e chirurgico al tiro in tutte le sue uscite (addirittura il 66% dal campo), contro Kansas ha dato una gran dimostrazione di talento e carattere: pur soffrendo molto l’atletismo dei Jayhawks, The Arch ha messo tutti i tiri giusti al momento giusto (fondamentale il suo 4/4 ai liberi nel giro di lancette conclusivo) e ha infine sigillato la vittoria con una gran giocata difensiva ai danni di Frank Mason III. Nella finale contro i Tar Heels ha colpito per la sua versatilità nelle soluzioni offensive e gestito i ritmi in maniera ottima pur rischiando molto in due occasioni che sarebbero potute costare caro alla squadra. Nonostante ciò, Ryan si è distinto ancora una volta per la sua grande lucidità servendo impeccabilmente a Jenkins l’assist per la tripla della vittoria.

Il premio lui assegnato come Most Outstanding Player delle Final Four può a prima vista sorprendere dinanzi l’importanza immane del canestro di Jenkins, ma può anche essere visto come il giusto riconoscimento nei confronti della strepitosa March Madness disputata da Arcidiacono, coronamento perfetto di una carriera in cui è diventato, di anno in anno, il simbolo di Nova e del suo modo di concepire il basket.

Ryan Arcidiacono shot chart 2016 ncaa tournament
Torneo NCAA 2016: mappa di tiro, tabellini individuali e statistiche

PUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI • Giocatore di rado appariscente ma di grande sostanza, Arch ha dimostrato nel tempo di avere molti pregi e di saper limare o aggirare i propri difetti. Dotato di un fisico robusto (191 cm x 88 kg), è un difensore intelligente e instancabile che muove bene i piedi e usa altrettanto bene il corpo: nella marcatura individuale è efficace contro la maggior parte degli avversari (anche quelli più alti e potenti), di solito non ha problemi a passare sui blocchi ed è particolarmente bravo nel pescare lo sfondamento, oltre a essere sempre attento alla posizione dei propri compagni e a muoversi armonicamente con essi. Ryan gioca duro ma mai in maniera gratuitamente “cattiva” e si è guadagnato la fama di difensore arcigno anche grazie a uno spirito di sacrificio inversamente proporzionale alla premura verso la propria incolumità che più volte l’ha portato a fare giocate entusiasmanti e spericolate. È inoltre un rubapalloni persino migliore di quanto le sue statistiche possano far pensare: non è affatto raro che induca l’avversario a commettere errori o che faciliti la rubata di un compagno.

Il notevole QI cestistico di Arcidiacono è constatabile anche nella metà campo offensiva. Pur sapendo giocare anche da shooting guard, il numero 15 di Nova è un playmaker vero e proprio, dotato di ottima visione di gioco e di un buonissimo passaggio che sa impiegare in vari modi: trovando l’uomo libero per il piazzato, servendo il lungo in post e nelle situazioni di contropiede. È capace di dettare i ritmi giusti anche nei frangenti più complicati e di sentire sempre il polso della squadra, spronando i compagni al momento opportuno: queste doti – unite al gran sangue freddo che gli ha consentito di prendere e segnare diversi canestri decisivi – lo hanno reso l’indiscusso leader tecnico ed emotivo dei Wildcats, una sorta di alter ego in campo di coach Jay Wright. Il suo jumper è ormai collaudatissimo ed è un tiratore affidabile in varie declinazioni: dall’arco, dalla media e ai liberi, sia creando dal palleggio che ricevendo in uscita dai blocchi. Ha inoltre sviluppato movimenti in post basso molto interessanti, cosa abbastanza inusuale per una point guard.

Il vero tallone d’Achille del paisà consiste nella sua esplosività e rapidità considerabili tuttalpiù nella norma. In difesa soffre moltissimo gli avversari più svelti e scattanti che sanno mettere a nudo i suoi limiti negli scivolamenti (come recentemente si è visto contro Angel Rodriguez di Miami), mentre in attacco non dispone di primo passo e scatto veloci abbastanza da poter attaccare il ferro con continuità – di contro, legge istantaneamente i mismatch in suo favore e non perde occasione di battere l’uomo dal palleggio non appena ne ha la possibilità. Ad ogni modo, la capacità di assorbire i contatti e la coordinazione in terzo tempo sembrano essere migliorate durante quest’ultimo anno.

Rimane, infine, un interrogativo riguardante il suo adattamento al basket professionistico. Arcidiacono è cresciuto giocando a Nova una pallacanestro ordinata e dalle gerarchie precise: ritrovarsi eventualmente in un contesto meno disciplinato, potrebbe crear lui dei problemi. Archie, però, ha dimostrato di non essere un mero soldatino ma di possedere spontaneamente alcune caratteristiche che possono migliorare il gioco dei suoi compagni. Da rookie non sarà di certo in grado di fare miracoli, ma questo è un aspetto che potrebbe in parte cavarlo d’impaccio in situazioni difficili.

QUALE FUTURO? • Nonostante goda di un’eccellente reputazione a livello universitario e le sue quotazioni siano attualmente in netta ascesa, la NBA resta una meta difficile – ma tutt’altro che impossibile – da raggiungere per Ryan Arcidiacono, proprio in ragione del deficit atletico cui abbiamo accennato. Se non dovesse trovare un posto fra i pro statunitensi, le doti sopra descritte e la sua esperienza (rara per un 22enne) faranno gola a diversi club europei, specialmente se l’iter – attualmente in corso – per l’ottenimento del passaporto italiano non dovesse rivelarsi troppo lungo. In tal caso, visti i contatti in essere col coaching staff dell’Italbasket, sarebbe un peccato se non approdasse nella nostra Serie A e un delitto se nessuna società italiana ci provasse seriamente.

 

DICONO DI LUI

  • «In un certo senso lui arrivò avendo già quell’atteggiamento “da” Villanova. Era fatto così. Non ha avuto bisogno di adattarsi. Non ha dovuto cercare d’inserirsi o provare a diventare ciò che coach Wright volesse che noi fossimo. Arrivò ed era già fatto in quel modo.» • Darrun Hilliard – Detroit Pistons, ex Villanova
  • «Pensiamo allo stesso modo, ci comportiamo allo stesso modo e gioca come io voglio che giochi. E non ne parlo mai con lui, non ho mai riunioni con lui. A volte convoco i capitani ma non devo mai parlare ad Arch di Arch. Mai. Potermi concentrare sugli altri giocatori ha reso il mio lavoro più facile perché non devo preoccuparmi del nostro miglior giocatore.» • Jay Wright – coach Villanova
  • «Penso che sia stato un ambasciatore per Villanova. Amo il modo in cui gestisce se stesso in campo. Penso che abbia aiutato a stabilire, a Villanova, una cultura fatta di durezza e altruismo.» • Ed Cooley – coach Providence
  • «È un ragazzo con tanta ambizione, e lo dico nell’accezione più positiva del termine. Ha molte pretese verso se stesso prima di tutto, e lo vedi subito da come si allena. Ha inoltre una mentalità aperta, direi elastica, senza alcun tipo di preclusioni e questo tipo di elasticità lo ha aiutato a inserirsi molto rapidamente e si è fatto ben volere anche da tutti compagni di squadra che ha avuto nelle due diverse esperienze.» • Luca Dalmonte – assistente allenatore della Nazionale Italiana

Citazioni tratte da “Arcidiacono defines Villanova hoops” (Joe Juliano, philly.com, 10/3/2016) e da “Arcidiacono un leader, Messina lo segue” (Raffaele Fante, ncaabasket.net, 30/3/2016)

 

VITTORIE, RICONOSCIMENTI E RECORD

  • 1 Titolo NCAA (2016)
  • 1 Titolo South Region (2016)
  • 1 Titolo di Conference (2015)
  • 3 volte campione di Regular Season in Big East (2014, 2015, 2016)
  • [2016] Final Four Most Outstanding Player
  • [2016] Final Four All-Tournament Team
  • [2016] South Region All-Tournament Team
  • [2016] Second-team All-Big East
  • [2015] Big East Player of the Year (pari merito con Kris Dunn)
  • [2015] First-team All-Big East
  • [2014] Honorable Mention All-Big East
  • [2013] Big East All-Rookie Team

Career high

  • Punti – 32 vs St. John’s (2/1/2013)
  • Rimbalzi7 (quattro volte)
  • Assist – 11 @ Marquette (25/1/2014)
  • Rubate4 @ Butler (31/12/2013)

“The Arch” ha anche collezionato alcuni school record nella Storia dei Wildcats:

  • Maggior numero di partite disputate (144) di cui 143 nel quintetto di partenza
  • Unico ad aver accumulato almeno 1500 punti e 500 assist
  • Unico ad aver disputato 4 stagioni da capitano

 

VIDEO

 

 

© photo: Derik Hamilton / USA TODAY Sports

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