INTERVISTE

ITALHOOP intervista Luca Cesana

Cesana ha appena conquistato lo Scudetto Under 20 Eccellenza con la maglia di Cantù, recitando un ruolo da protagonista.

Ambizione ma testa sulle spalle: “I miei obiettivi per il futuro sono finire il liceo e fare bene con la nazionale”. Un buon compendio per capire Luca Cesana, uno dei migliori giovani italiani classe 1997, che ha appena terminato una splendida stagione con i colori di Cantù, la sua squadra e la città che ormai lo ha adottato, visto che è nato ad appena 13 chilometri di distanza.

Cesana ha coronato la rincorsa con l’Under 20 canturina vincendo proprio davanti al proprio pubblico, un pubblico che qui sotto definisce indescrivibile, ma con il giovanissimo che ha messo del suo per accenderlo durante l’intero torneo: 15 punti, 4 rimbalzi e 1,5 assist di media e il 43% da tre punti (oltre tre tentativi a partita). Per quanto riguarda tutto il resto, vi lascio alla nostra intervista telefonica, dove racconta anche la sua Cantù e il rapporto con il presidente Gerasimenko.

Iniziamo l’intervista con una domanda a bruciapelo su quello che sono state le Finali Nazionali Under 20 di Cantù. Dopo qualche settimana che ricordo serbi di questa straordinaria cavalcata?

Sicuramente vincere le finali in casa davanti al proprio pubblico è stato indescrivibile. Giocare davanti a 4000 persone è stata una cosa che non avevo mai provato, sebbene avessi comunque giocato quattro finali nazionali. L’episodio più bello rimane la vittoria contro Venezia nel girone, dove dopo esser andati sotto di 21 punti siamo stati in grado di recuperare e vincere nel quarto periodo: lì il Parini era qualcosa di non descrivibile a parole”.

 

Di questa stagione quando hai avuto l’impressione che potevate ambire ad un gran traguardo?

Questo gruppo di ’96 e ’97 gioca insieme da tre anni ed in questa stagione si sono anche aggregati alcuni ’98, ma già l’anno scorso avevamo la possibilità di vincere lo Scudetto. Quest’anno eravamo maggiormente consapevoli di poterlo fare, però finché non giochi hai sempre qualche dubbio, quel compagno che ci crede di più e quello che ci crede di meno. Abbiamo capito veramente che potevamo riuscirci nella partita con Venezia: dopo quei 21 punti recuperati in spogliatoio c’era un umore incredibile”.

 

Rimaniamo a Cantù, ma spostiamoci in prima squadra. Partito in raduno ad inizio anno, poi l’esonero di Corbani e il nuovo corso con Bazarevich, con tanti innesti, ti hanno tolto spazio. Come valuti questa annata dal punto di vista personale?

Sicuramente ad inizio anno la società aveva dei progetti diversi, quello di salvarsi e far crescere i giovani, piano nel quale io rientravo. Fabio [Corbani, ndr] mi ha dato molto spazio in allenamento, dandomi fiducia e sentivo che stavo migliorando. Poi a metà anno coach Corbani è andato via ed è arrivato Gerasimenko con una folata di aria nuova, portando coach Bazarevich con cui però non ho avuto molto spazio. Ho continuato ad allenarmi duramente cercando di dare in questo modo una mano alla mia squadra e questa esperienza mi ha aiutato a maturare molto”.

 

Cosa pensi di Cantù e del patron Gerasimenko che sta stravolgendo con passione il tessuto cestistico canturino?

Ho avuto modo di parlarci diverse volte ed è una persona molto particolare [sorride, ndr] e molto euforica. Si percepisce che gli piace un sacco la pallacanestro, perché viene a vedere gli allenamenti ed è sempre presente alle partite. Del resto però arrivare a metà stagione e cambiare tutto non è facile per raggiungere risultati immediati, ma nel giro di un paio di anni può fare bene. Una cosa molto positiva, e che non avrei mai immaginato, è che quando abbiamo vinto lo Scudetto Under 20 è venuto da noi ragazzi e ha fatto un bellissimo discorso”.

 

Hai vissuto esperienze anche in Serie C Silver con la Gorla Cantù: ti è stata utile nel tuo percorso di crescita?

Sicuramente il livello è più basso rispetto alla Serie A, ma ci sono molti giocatori più esperti che ti fanno sentire il contatto sporco, la giocata che non si vede e a cui devi abituarti per giocare a quel livello: se magari hai più talento devi adattarti comunque al campionato. Mi ha aiutato per capire come bisogna giocare in determinati momenti”.

 

Per la crescita di un giovane valuti più redditizia, in base alle tue esperienze, disputare un forte campionato giovanile o buttarsi nella mischia già in qualche minors?

Secondo me bisogna fare le giovanili, ma si potrebbe benissimo fare un doppio campionato. Non esistono neanche problemi di tempistica, quest’anno come Under 20 ci siamo allenati molto poco, ma l’anno scorso che ero in Serie C si riusciva benissimo a conciliare il tutto. Questo perché la Serie C non si allena tutti i giorni, e quando riposavano potevo allenarmi con l’Under 20”.

 

Molti addetti ai lavori e giornalisti stimano il tuo tiro, soprattutto da tre. Cosa pensi di dover migliorare per affermarti tra i migliori?

Sicuramente devo migliorare ancora la tecnica, il palleggio, il passaggio e il tiro stesso. Anche se quello dalla lunga distanza oggi è la mia caratteristica principale, posso comunque migliorarlo. Devo poi migliorare il mio fisico, soprattutto per il basket di oggi”.

 

In questi anni in Serie A hai avuto la possibilità di giocare con grandi giocatori, c’è qualcuno che ti ha trasmesso qualcosa in particolare e che ti ha saputo insegnare?

Da ognuno ho cercato di prendere il meglio, non ce n’è uno in particolare. Due anni fa però, ad esempio, c’era Denis Marconato che mi sfidava dopo gli allenamenti a fare sessioni di tiro. Era veramente un giocatore che faceva spogliatoio, una cosa che secondo me è mancata quest’anno alla prima squadra di Cantù: un giocatore italiano d’esperienza che facesse gruppo”.

 

Quale pensi sia il tuo ruolo? Nelle giovanili hai spaziato da play ad ala grande, tra i senior che ruolo pensi di poter rivestire?

Adesso a me piace giocare da guardia, prendere responsabilità e tirare, però anche fare il playmaker è una cosa che mi è sempre piaciuta. Lo spot di tre quando serve è un ruolo che posso ricoprire, mentre per il quattro ho bisogno di più fisico e potrei farlo solo a livello giovanile“.

 

Nazionali Giovanili. La scorsa stagione con l’Under 18 avete purtroppo mancato la qualificazione ai Mondiali, ma hai registrato ottime medie (quasi 10 punti e 5 rimbalzi). Che ricordo hai?

La scorsa estate e l’aiuto di coach Capobianco mi ha molto migliorato. Purtroppo non è andata come speravamo, non siamo arrivati tra le prime otto anche se potevamo farcela. Quest’anno il primo raduno è fissato per il 12 giugno con una prima scrematura di 24 ragazzi, la mia speranza è di essere fra questi per andare a giocare l’Europeo Under 20“.

 

Capitolo futuro, finora sei stato molto criptico, ti sbilanci nel dirci quale sia la speranza per il prossimo anno di Luca Cesana?

Non mi sbilancio ancora [ride, ndr] e penso a finire la maturità e a fare bene con la Nazionale“.

 

Quindi, a proposito del liceo scientifico, la tesina è al termine?

Non ancora, non l’ho ancora iniziata purtroppo [ride, ndr]“.

 

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