Il Jordan Classic raccontato da coach Alessandro Nocera
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con coach Alessandro Nocera, responsabile tecnico del settore giovanile BaskeTrieste, impegnato nello scorso weekend come allenatore del Jordan Brand Classic di Zagabria.
Coach Nocera, 31 anni, è arrivato a Trieste nell’estate 2015 dopo aver vissuto esperienze importanti con la Mens Sana Siena e la Stella Azzurra Roma, partecipando a 14 finali nazionali e conquistando 3 scudetti giovanili.
“La qualità dei giocatori, degli allenatori, della location e di tutta la macchina organizzativa hanno reso questa esperienza veramente il top. – ha detto coach Alessandro Nocera – Viverla dall’interno è davvero incredibile: mi ritengo fortunato per aver avuto l’opportunità di lavorare con giocatori di altissimo livello e per essere entrato in contatto con allenatori di fama internazionale, come Jack Sikma e Ganon Baker“.
L’Italia è stata rappresentata da Matteo Laganà e Federico Miaschi, ragazzi classe 2000 selezionati tra i migliori 40 prospetti europei: “I due italiani hanno dimostrato di essere giocatori di questo livello. – prosegue Nocera – Laganà ha stupito diversi allenatori con giocate di talento, tanto da essere inserito tra i 20 giocatori che hanno disputato l’All-Star Game. E’ ancora indietro fisicamente rispetto ai pari-ruolo europei, ma questo rappresenta un enorme margine di crescita per lui.
Miaschi, invece, ha una fisicità di livello internazionale ed è un ottimo giocatore di squadra. Questo, forse, in un training camp del genere è stato leggermente penalizzante, perché se avesse preso e segnato qualche tiro in più avrebbe probabilmente fatto parte dell’All-Star Game. Anche Federico, comunque, è abbondantemente al livello dei primi 20 giocatori.
Entrambi hanno dato il massimo tenendo il confronto e in alcuni frangenti spiccando nei confronti dei rivali europei“.
Per concludere, chiediamo a coach Alessandro Nocera quali sono le principali differenze che ha riscontrato tra i giocatori italiani e quelli europei e se ha rilevato delle differenze tra le metodologie di lavoro utilizzate: “La principale differenza è senza ombra di dubbio fisica: i giocatori lituani, ucraini o serbi che siano, sono molto avanti rispetto a noi sotto questo punto di vista. Le strutture fisiche che ho visto al Jordan Brand Classic sono di livello superiore rispetto a quelle dei pari-età italiani.
Credo che il lavoro che si svolge in Italia – continua coach Nocera – sia di ottimo livello e non molto lontano dalle metodologie di lavoro utilizzate in questi tre giorni. Un training camp del genere, però, stupisce per il modo in cui è organizzato: tutti sono messi nelle condizioni migliori per esprimersi, dai giocatori fino a tutto lo staff“.
Prosegue, dunque, con Matteo Laganà e Federico Miaschi la tradizione azzurra al Jordan Brand Classic, che ha visto partecipare in passato alcuni giovani tra cui Nicolò Melli, Tommaso Ingrosso, Fabio Mian, Marco Laganà, Francesco Veccia, Francesco Candussi, Matteo Imbrò, Federico Mussini, Andrea La Torre, Davide Moretti, Lorenzo Bucarelli, Lorenzo De Zardo e Guglielmo Caruso.
Tradizione che quest’anno si è estesa con un coach reputato tra i migliori a livello europeo, a dispetto della giovane età.