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Focus su Niccolò Mannion

Mannion, recente addizione della Nazionale U16, ha tutto per incidere in maniera decisiva nel gruppo di coach Antonio Bocchino agli Europei di Podgorica.

Un metro e ottantasette centimetri d’altezza (con le scarpe) per settantacinque chili (a stare larghi), carnagione pallida e capelli rossi dalla tonalità accesa: questo è probabilmente l’ultimo degli identikit che potrebbero venirvi in mente per descrivere una furia dei parquet, dotato di assi nella manica più che sufficienti da far girare tante teste. Eppure è proprio questo l’aspetto di Niccolò Mannion, play titolare della Nazionale U16 impegnata agli Europei di categoria che si terranno in Montenegro dall’11 al 19 agosto.

L’italoamericano è reduce da una stagione da freshman con Pinnacle (high school di Phoenix, Arizona) da 19.8 punti (47.1% dal campo, 78.4% ai liberi), 4.5 rimbalzi, 4.4 assist e 2.3 recuperi di media in 29 partite che gli è valso l’inserimento nel prestigioso Freshman All-American First Team. Fra fine aprile e metà luglio ha disputato 16 partite nei tornei U16 organizzati da Under Armour con la maglia di Earl Watson Elite, viaggiando a quota 16.9 punti (45.3% dal campo, 89.6% ai liberi), 3.5 rimbalzi, 5.2 assist e 2.2 recuperi di media.

Diciannovesimo miglior prospetto della Class of 2020 nella ESPN 25, Nico ha già ricevuto tante offerte di scholarship (alcune di queste, addirittura prima che debuttasse in high school) da college di primo piano come Arizona, UCLA, USC, Oregon e Utah: in pratica, la parte migliore della Pac-12.

Il figlio dell’ex canturino Pace Mannion è l’addizione più recente alla truppa assemblata da coach Antonio Bocchino, giunto a vestire l’azzurro dopo il taglio dalla U16 statunitense e grazie ai buoni uffici di Pino Sacripanti. Benché sia l’ultimo arrivato al raduno e debba confrontarsi per la prima volta in ambito europeo, Mannion ha talento più che sufficiente per poter delineare in maniera decisiva il volto della rappresentativa azzurra, specialmente nella metà campo offensiva, ovvero l’ambito in cui le sue abilità risaltano in maniera più evidente.

Se in condizione d’attaccare per vie centrali, Mannion è in grado d’offrire una varietà di opzioni che potrebbe rivelarsi assai preziosa per la squadra italiana.

Il fisico apparentemente normale e ancora lontano dai tratti della conformazione adulta tradiscono nell’aspetto qualità atletiche di prim’ordine. L’ottima verticalità unita a qualità di ball handling e capacità di cambiare passo a dir poco notevoli, gli permettono di essere una minaccia costante per le difese in situazioni di uno-contro-uno.

 

A proposito di capacità di salto, questa è la schiacciata che lo ha reso famoso nei primi di ottobre 2016, quando era ancora 15enne.

 

Che si tratti di palleggiare o concludere in terzo tempo, è capace di usare sia la mano destra che la sinistra con efficacia pressoché identica. L’uso estremamente disinvolto della mano debole in questi due aspetti gli permette di attaccare con sicurezza entrambi i lati del canestro e creare così non pochi grattacapi per le difese avversarie.

 

Grazie a una mano educatissima e alla sua rapidità d’esecuzione, Mannion sa crearsi una conclusione personale non soltanto attaccando il ferro ma anche in arresto-e-tiro – che sia dai 4-5 metri o da dietro la linea dei tre punti – contraddistinguendosi per la bravura nel bucare la retina anche in situazioni d’emergenza, con tiri apparentemente forzati ma assolutamente naturali per lui.

Le conclusioni da dietro l’arco rappresentano una fetta importante dei suoi tiri dal campo – precisamente il 41.8% dei tiri presi in high school e il 47% di quelli scoccati nei match dei tornei Under Armour. Le percentuali di realizzazione con Pinnacle si sono attestate sul 33.3% (ma con ben 7.3 tentativi a partita) mentre fra aprile e luglio con Earl Watson Elite sono salite al 38.2% (5.5 tentativi di media).

 

Quando si arresta all’altezza della linea del tiro libero o sulla punta dell’arco, Mannion risulta molto pericoloso per la difesa schierata perché, oltre al tiro mai battezzabile, dispone anche di un’ottima visione di gioco che mette al servizio dei compagni con scelte rapide che ne rivelano il buonissimo QI cestistico.

 

Non solo tagli a canestro: Mannion si distingue come smazzapalloni anche quando c’è da servire l’uomo sulla linea da tre, sia da penetrazione centrale che attaccando dalla linea di fondo.

 

Molto buone, infine, le capacità di lettura in transizione e in contropiede. Anche qui, rapidità nelle scelte, court vision, precisione e varietà dei passaggi non mancano.

 

Coach Bocchino avrà dunque a disposizione un talento offensivo d’alto livello, capace d’interpretare il gioco al meglio delle proprie possibilità indipendentemente dalle variazioni di ritmo, che ama avere il pallone fra le mani ma che sa creare per i compagni pur conservando istinti da shoot-first guard. Un tipo di talento poco comune e che forse può segnare in positivo le sorti di un Europeo.

 

© photo: John W. McDonough | Sports Illustrated

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