Serie A2

Candi e Penna: due volti nuovi per una vecchia rivalità

I due giovani playmaker, intervistati dal Corriere di Bologna, raccontano le rispettive appartenenze alle due grandi anime di Basket City.

Riportiamo qui due interviste raccolte rispettivamente da Enrico Schiavina e da Luca Aquino e pubblicate sul Corriere di Bologna di lunedì 5 settembre. A fine pagina, gli highlights dei due giovani con le nazionali under a cura di Italhoop.

 

Leonardo Candi ha preso una botta a un dito in Valtellina e non ha giocato l’amichevole di ieri della Fortitudo con Piombino (90 a 65 per i biancoblu). “Solo una botta. Starò un paio di giorni fermo per precauzione

A Bormio una buona Fortitudo col Galatasaray, meno con Milano.

“Partite molto dure, contro avversarie forti, l’importante era testarci a un livello alto e fare esperienza di gruppo. Forse i turchi erano un po’ stanchi dopo un viaggio lungo. Ma anche con Milano abbiamo avuto momenti buoni.”

Che cosa hanno in più le squadre di Eurolega rispetto a quelle di A2?

“La differenza si sente a livello fisico, sono tutti più grandi, grossi e atletici. Poi hanno tantissimi giocatori e non fanno mai calare la concentrazione”

Boniciolli dice che è tutta una questione di atteggiamento.

“È così, ce ne siamo resi conto durante la scorsa stagione. Se stai lì con la testa e sei aggressivo te la giochi con tutti, se non lo sei rischi di perdere pure da chi sulla carta sembra inferiore”

Che stagione sta nascendo?

“L’obiettivo è dichiarato. Ci saranno chiaramente aspettative fortissime, bisognerà essere bravi a stare sempre sul pezzo, perché ogni più piccolo scivolone verrà aspramente criticato. Ma se uno vuole andare in serie A deve passare anche da questo”

Per lei è la stagione della svolta, la prima da vero professionista, con tanto di contratto quinquennale in tasca. Cambia qualcosa?

“Il vero cambiamento è che ho finito la scuola e posso dedicarmi completamente al basket, dalla mattina alla sera. Prima non era così. Ora so che i miei sforzi devono essere tutti mirati verso un solo obiettivo, che è quello di diventare un giocatore vero”

Di diverso c’è anche che la Fortitudo ha preso un altro playmaker importante, Ruzzier.

“Michele è forte, è più grande e più esperto di me, averlo vicino in squadra mi può solo aiutare a crescere. Non esiste un problema di concorrenza interna, esiste un gruppo che deve fare strada tutto assieme, anche nell’interesse dei singoli. E lui si sta inserendo molto in fretta”

La Virtus lancia in prima squadra Penna, che conosce benissimo. Bolognese, play, prodotto del vivaio: è una storia molto simile alla sua…

“Lorenzo lo conosco bene, anche se lui ha un anno meno di me ci siamo incrociati mille volte e abbiamo giocato anche assieme. È in gamba, ha talento ed è un virtussino autentico, che ha sempre giocato lì. Fanno benissimo a puntare su di lui”

Consigli?

“Non dovrei permettermi, io ho 19 anni e devo ancora dimostrare tutto. Visto che in alcune cose ci sono già passato, mi limito a dirgli di non aver paura di sbagliare. E di tenere sempre le orecchie aperte e ascoltare quel che gli dicono i compagni più esperti e il coach. Ma sono tutte cose che sa già”

Siete entrambi tifosi del Bologna.

“Sì ma il basket viene prima. Beh, in bocca al lupo. Ci vediamo al derby”

 

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Accanto a due leggende come Achille Canna e Roberto Brunamonti, la terza faccia della campagna abbonamenti Virtus è quella di Lorenzo Penna, play bianconero di 18 anni. Che effetto le fa?

“È un motivo di grande orgoglio, la cosa che mi ha fatto più piacere è essere la figura rappresentante del nostro settore giovanile, il giorno della presentazione ho incrociato Tarozzi (responsabile comunicazione Virtus, ndr) e mi ha detto: «Hai visto la campagna abbonamenti?». Sono rimasto spaesato”

Lei e Spissu 39 anni in due, Ruzzier e Candì 42 in Fortitudo. A Bologna non c’è paura a lanciare play giovani.

“Le due società hanno avuto molto coraggio perché fra il dire e il fare c’è differenza, ma loro hanno detto e hanno fatto. Ora dipenderà da noi”

A proposito, questo è anche l’anno del ritorno del derby.

“Gioco contro la Fortitudo da anni nel settore giovanile, sono sempre le partite più sentite. Affrontarli in prima squadra è ancora più bello, abbiamo già assaggiato il clima derby con la sfida under 19 al PalaDozza di due anni fa davanti a 4mila persone. Non posso neanche immaginare che atmosfera ci sarà, non vedo l’ora di vivere la settimana di avvicinamento alla partita”

È vero che sarebbe potuto finire dall’altra parte?

“Quando giocavo a Casalecchio, da bambino, un amico di mia madre allenava nel settore giovanile Fortitudo e mi chiese di andare a fare un torneo in Toscana. L’ho fatto, ma da lì in avanti è stata solo Virtus”

Quando è cominciata la sua vita in bianconero?

“A 11 anni, dopo aver cominciato col baby basket a 3 anni a Casalecchio. Ero esordiente ma mi allenavo con gli under 13 di Christian Fedrigo, poi ho avuto la fortuna di avere due grandi allenatori come Giordano Consolini e Marco Sanguettoli, mi hanno fatto crescere come giocatore e come persona, perché ero un birbante fin da piccolino”

Ora tocca a Ramagli.

“Mi sono trovato bene fin dall’inizio, sa quando essere esigente e severo o quando dirti bravo. Negli scorsi anni ero solo un aggregato alla prima squadra, adesso mi sento finalmente parte del gruppo e del progetto. Difenderò come un dannato perché devo dare delle certezze all’allenatore e queste partono sempre dalla difesa. Non sono un veggente e non so come andrà la stagione, ma ai tifosi posso promettere che daremo tutto”

Ha un modello cestistico?

“Ginobili. Di recente ho visto un video sulla sua vita, mi rivedo nei sacrifici fatti passando ore in palestra mentre gli amici sono a divertirsi. Questo lo ha portato a essere il giocatore che è, se vuoi qualcosa devi andare e prenderla, filosofia che faccio mia. Un altro che mi faceva impazzire è Jason Williams per i suoi passaggi spettacolari”

Dove si vede fra 5 anni?

“Vorrei essere in Virtus, perché la Virtus e Bologna sono la mia vita. Tutto dipenderà da questa stagione, sarà un anno chiave per la mia carriera”

 

 

 

© photo: Roberto Serra – Iguana Press

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