Nazionale U20

Analisi FIBA U20 Europe 2015 di ITALHOOP

Analisi FIBA U20 Europe 2015. La Nazionale U20 chiude al 9° posto l’Europeo di Lignano Sabbiadoro con un bilancio di 5 vittorie e 4 sconfitte, evitando la retrocessione in Division B ma mostrando luci e ombre.

63.8 punti concessi (7° posto), 26.2% nel tiro da 3 punti (16° posto) e 8.7 assist di media (18° posto): a volte i numeri non dicono tutto, ma questa volta sono più che mai veritieri. Si può riassumere con queste cifre la spedizione azzurra di coach Sacripanti, che è riuscito a costruire tanto una solidissima difesa (escluso il tracollo contro la Lettonia) quanto un attacco poco pericoloso e con grossi problemi di fluidità.

First round:

  • Italia-Croazia 53-50: l’esordio contro la Croazia presenta non poche insidie, alle quali si aggiunge la non perfetta condizione fisica di Laquintana (che chiuderà comunque con 13 punti in 22 minuti). L’Italia si impone sui croati grazie alla second unit guidata da Cappelletti e Flaccadori (rispettivamente 14 e 11 punti). Male Fontecchio al tiro (1/10), ma il virtussino si rende comunque utile catturando 9 rimbalzi.
  • Italia-Bosnia 69-73: gara alla portata dei nostri ragazzi, che però sbattono contro un super Buza (28 punti e 10 rimbalzi) e perdono Fontecchio per un’espulsione dopo pochi minuti di gioco. Vedovato e Zilli nel pitturato riescono ad opporsi con efficacia ai lunghi avversari, ma il 22.6% da 3 punti ed il 66.7% dalla lunetta tradiscono gli azzurri in una gara persa di poche lunghezze.
  • Italia-Belgio 60-66: Lecomte è il pericolo numero uno per gli azzurri e si conferma tale con un primo tempo mostruoso. L’Italia però risponde colpo su colpo nei primi 20 minuti, chiudendo il primo tempo in vantaggio 37-32. Nel secondo tempo la luce si spegne, realizziamo solamente 23 punti ed il Belgio ne approfitta per portare a casa la gara.
  • Italia-Francia 57-55: vittoria di prestigio per gli azzurri, che riescono a far fronte al talento di Cornelie e Yabusele. Prestazione corale dell’Italia che controlla la gara per oltre 30 minuti, salvo poi soffrire qualcosa nel finale. In doppia cifra Laquintana, Vencato e Fontecchio. Gli azzurri accedono al Second round con 2 vittorie e 2 sconfitte.

 

Second round:

  • Italia-Serbia 61-67: per accedere ai quarti di finale servono due vittorie agli azzurri e la sfida contro la Serbia (poi futura vincitrice della manifestazione) sembra fuori portata. Nel secondo tempo i serbi provano a scappare sul +10, ma l’Italia guidata da Spissu e Akele piazza un parziale di 14-2 che vale il vantaggio a 2 minuti dalla fine. La Serbia non trema e con i canestri di Guduric e Tejic conquista la vittoria.
  • Italia-Lettonia 51-82: sfida da dentro o fuori, senza se e senza ma. Fin dall’avvio però la Lettonia mette in campo più intensità ed energie, gli azzurri appaiono svuotati dallo sforzo profuso contro la Serbia e la gara non è sostanzialmente mai in discussione. Si mette in evidenza Spatti con 12 punti in 14 minuti. Siamo fuori dalle prime 8 d’Europa.
  • Italia-Israele 75-64: gli azzurri dominano il primo tempo (+17), salvo poi essere rimontati nel terzo quarto. Siamo superiori agli israeliani che dipendono dalle giocate del playmaker Sharon, Fontecchio è ispirato (17 punti) così come Spatti (9 punti + 4 rimbalzi). L’ottima notizia è la solidissima gara di Akele che chiude con 7 punti, 7 rimbalzi e 5 rubate oltre alla solita intensità in fase difensiva.

 

Classification games 9th – 12th place:

  • Italia-Ucraina 73-48: l’Italia sbriga la pratica Ucraina nei primi 20 minuti. Un ottimo Zilli in avvio ed un precisissimo Fontecchio guidano gli azzurri al successo. Miglior realizzatore dell’incontro Fontecchio con 22 punti (9/10 da 2) e ancora positiva la gara di Akele con 8 punti e 5 rubate. Dall’altra parte ci prova il solo Olov che realizza 15 punti.
  • Italia-Israele 77-69: l’Italia conquista il 9° posto finale bissando il successo contro Israele a quattro giorni di distanza. Dopo un primo tempo in controllo (+14), nel terzo periodo Israele prova a rientrare: questa volta è Mor a creare le maggiori difficoltà ai ragazzi di Sacripanti. Gli azzurri, invece, trovano punti e rimbalzi da un ottimo Vedovato e conquistano la vittoria trascinati dai 15 punti Spissu.

 

Analisi FIBA U20 Europe 2015

9° posto – Il 9° posto finale rispecchia i valori mostrati in campo dagli azzurri, che hanno sofferto di alti e bassi durante tutto l’Europeo soprattutto per quanto riguarda le percentuali al tiro. Sarebbe stato possibile entrare tra le prime 8 con una vittoria in più durante la fase di qualificazione, ma i ragazzi hanno sostanzialmente “bucato” la sola gara contro la Lettonia, lottando ad armi pari contro tutte le altre avversarie.

Assenze – Mussini su tutti, ma anche Oliva, avrebbero potuto aprire ulteriori scenari a questa nazionale. Mentre Oliva ha dovuto rinunciare per motivi di studio negli States, Mussini è stato costretto a dare forfait a causa di un infortunio nei playoff scudetto con la Pallacanestro Reggiana. Ovviamente una dura botta per coach Sacripanti, che ha perso in un solo colpo pericolosità dai 3 punti, capacità di creare gioco dal palleggio e capacità di gestione della gara. Su Oliva il discorso può essere interpretato diversamente: da quando è volato negli Stati Uniti ha cambiato notevolmente il suo fisico, aggiungendo kg e atletismo: saremmo stati curiosissimi di vederlo all’opera a livello europeo e speriamo che l’appuntamento sia solo rimandato di un anno.

I leader – Fontecchio, Laquintana e Akele, loro avrebbero dovuto guidare l’Italia in questo Europeo e, a tratti, lo hanno fatto. Fontecchio ha pagato un inizio non brillante al tiro e l’espulsione per reazione contro la Bosnia, ma ha messo in mostra qualità importanti che ne fanno sicuramente uno dei migliori giocatori europei dell’annata; deve migliorare la continuità al tiro e l’uno-contro-uno in palleggio, ma ha tutto il tempo e le potenzialità per farlo.

Tommaso Laquintana ha vissuto un pre-europeo difficile, con l’influenza che ne ha limitato l’utilizzo in allenamento. La trasformazione da guardia a playmaker non è ancora completa e si vede: in alcuni momenti della gara Tommy ha esagerato, prendendo iniziative personali e non gestendo al meglio i possessi. Però è stato sicuramente uno dei migliori della spedizione azzurra, garantendo punti e pericolosità offensiva nell’arco di tutto l’Europeo.

Akele è stato un oggetto misterioso, senza ombra di dubbio. Dimenticato in panchina nelle prime gare, è riuscito ad emergere mettendo in campo energia ed intensità che si sono rivelate fondamentali nelle gare vinte dall’Italia. Il suo sbarco in America coincide con la voglia di sviluppare il proprio gioco in maniera differente ed anche in questo caso si è visto. Il telaio di cui dispone però è di primo livello e la possibilità di difendere su 4 ruoli diversi non è da tutti.

I lunghi – Zilli, Vedovato, Spatti e Benetti, questa la batteria di lunghi a disposizione di coach Sacripanti. Nella posizione di 5 Zilli e Vedovato si sono spartiti equamente compiti e minutaggio, offrendo prestazioni sicuramente di buon livello: il “numero 5” non è stato il nostro punto debole come accade spesso a livello giovanile. Entrambi devono migliorare sicuramente i movimenti vicino a canestro, ma la base di partenza è molto buona. Benetti e Spatti sono stati utilizzati da numero 4, in alternanza a Fontecchio ed Akele. Dopo essere partito in quintetto nelle prime gare, Benetti è scivolato in fondo alle rotazioni di coach Sacripanti, mentre per Spatti il percorso è stato opposto grazie all’ottimo impatto avuto nei momenti in cui è stato chiamato in causa. Entrambi devono lavorare su vari aspetti del loro gioco, ma intensità ed applicazione difensiva non sono mai mancate.

Gli esterni – Ottimo l’impatto nell’Europeo di Cappelletti, che ha letteralmente girato l’inerzia nelle prime gare; tende un po’ ad esagerare quando è in campo aperto, ma è un aspetto su cui sicuramente migliorerà. Solido l’Europeo disputato da Vencato, senza grossi picchi nè in positivo nè in negativo. Il mancino di Casalpusterlengo ha dimostrato la sua pericolosità sia in penetrazione sia fuori la linea dei 3 punti, mettendo sempre in campo ciò che coach Sacripanti gli chiedeva. Marcolino Spissu ha faticato inizialmente ad adattarsi alla fisicità europea, salvo poi uscire nel finale della manifestazione con le caratteristiche che tutti conosciamo: faccia tosta e tiro da 3 punti. Ha giocato, e bene, anche affiancato da Laquintana e Cappelletti ed in difesa ha mostrato progressi sull’uomo con la palla.

I ‘96 – Flaccadori e Lupusor si sono uniti al gruppo in extremis, dopo il Mondiale Under 19. Mentre il talento dell’Aquila Trento si è reso protagonista di buone gare in uscita dalla panchina, discorso diverso per Ion che ha faticato ad adattarsi ad un livello fisico differente, non trovando nemmeno continuità al tiro. Flaccadori ha sempre risposto presente quando chiamato in causa, prendendosi tiri e responsabilità  importanti, anche quando le benzina sembrava stesse per finire.

 

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