Alessandro Pajola, dalla palestra alla Serie A
L’intervista rilasciata dal classe ’99 a Punto Radio dopo l’esordio in Serie A con la Virtus Bologna.
Domenica scorsa, Alessandro Pajola – #2 nel nostro ranking dei nati nel 1999 – ha fatto il proprio esordio in Serie A destando ottime impressioni in maniera unanime fra addetti ai lavori e tifosi.
Nella larga vittoria della Virtus Bologna contro Capo d’Orlando (88-52), il play anconetano non è stato gettato nella mischia soltanto a risultato virtualmente agguantato ma già a cavallo fra primo e secondo quarto (per sette minuti), quando la partita era ancora viva – sebbene condotta con sicurezza da parte dei padroni di casa.
Segnalandosi per un buon mix di iniziativa, misura e impegno in entrambe le metà campo, Pajola ha chiuso il match mettendo insieme 5 punti (2/2 da due, 1/2 ai liberi), 3 rimbalzi, 2 assist e 2 recuperi (a fronte di 3 perse) in 18 minuti.
Riportiamo qui alcune parole riferite dal numero 6 bianconero ai microfoni di Punto Radio nell’ambito della trasmissione Tutti in piedi per le VNere, in onda mercoledì pomeriggio.
La partita contro l’Orlandina – «Sono contento di domenica, c’era una bellissima atmosfera. La mia prestazione è dovuta a quella dei miei compagni di squadra che mi hanno permesso di trovarmi bene in campo.»
Il playmaker di riferimento – «L’idolo sin da sempre era Steve Nash. In realtà non seguivo molto l’NBA ma di più l’Eurolega, quindi guardando i vari Diamantidis, Spanoulis…»
Il settore giovanile della Virtus – «Basta entrare in palestra e vedere come si lavora tutti i giorni. Si fatica tanto, anche con doppi allenamenti. I risultati sono sicuramente frutto del lavoro fatto in palestra.»
Differenze fra Serie A2 e Serie A – «Prima di tutto l’aspetto fisico ma anche la velocità di gioco è molto diversa.»
Dividersi fra i ruoli di play e di guardia – «Ho sempre giocato da playmaker. L’anno scorso qua con Marco [Spissu] e Lollo [Penna] ho giocato un po’ più da guardia, quindi mi sono specializzato sulla difesa, su lavoro di gambe e velocità di piedi. Lavorando in palestra ho migliorato molto quell’aspetto. Quest’anno ho lavorato anche sulla parte alta.»
L’intervista integrale:
© photo: Schicchi | Il Resto del Carlino